Un ‘Ecomuseo è “patrimonio”, “territorio” e “popolazione” e costituisce un “patto” con il quale una “comunità” si impegna a “prendersi cura” di un “territorio”. In cui i termini si caricano di significato: “comunità” intesa non solo come istituzione, ma anche come insieme dei cittadini. – “Prendersi cura”, conservare ma anche saper utilizzare, per l’oggi e per il futuro, il proprio patrimonio culturale in modo da aumentarne il valore anziché consumarlo. – “Territorio”, inteso non solo in senso fisico, ma anche come storia della popolazione che ci vive e dei segni materiali e immateriali lasciati da coloro che lo hanno abitato in passato.
L’Ecomuseo delle Miniere di Gorno – il viaggio dello zinco tra alpeggi e miniere – nasce in primo luogo con l’intento di salvaguardare e valorizzare il legame della comunità locale con le proprie radici, la propria storia e le proprie tradizioni.
L’attività peculiare della comunità di Gorno era un tempo quella estrattiva; ma il mondo minerario è sempre stato profondamente legato a quello rurale, agli alpeggi e al governo del bosco:i minatori fuori dalla galleria accudivano le bestie, producevano formaggio per la famiglia, “andavano” per legna e per erbe, si rivolgevano per ogni necessità spirituale e materiale ai santi della tradizione.
Proprio per indagare e valorizzare questo ricco patrimonio culturale e paesaggistico, si è scelto di intrecciare temi che solo apparentemente sembrano disgiunti ma che sono riferiti a un medesimo ambito, quello dell’interazione fra l’uomo , il lavoro , la montagna e la sua spiritualità.
Sono quindi quattro i temi affrontati lungo i percorsi ecomuseali :
Le miniere di zinco di Gorno erano conosciute e coltivate già in epoca romana quando quassù erano mandati i condannati a “cavar metallo”. Il 9 aprile 1482 la Repubblica Veneta autorizza la riapertura delle miniere. Nei primi anni del 1500 erano ancora efficienti in quanto tra il 1506/1507 vennero visitate da Leonardo da Vinci quale ingegnere governativo.
A metà del XIX secolo si registra uno sviluppo delle miniere di zinco ed anche a Gorno si trovano concessioni minerarie. Dagli inizi del ‘900 sono molte le miniere gestite in Gorno e producono tonnellate di blenda e calamina. Con alti e bassi, tra crisi e difficoltà , l’attività estrattiva a Gorno prosegue fino al 1981; il 12 gennaio 1982 è chiusa definitivamente.
Il Comune di Gorno ha una superficie territoriale di Kmq 9,87, un’altezza massima s.l.m. di metri 1700 e minima di 460. Appartengono a Gorno le alpi pascolive di Grem, in comune di Oneta e Zambla, in comproprietà con Colzate ed in comune censuario di Oltre il Colle.
I pascoli dei monti di Grina, Golla e Grem, circondati dal verde, possono offrire oltre a panorami stupendi, altri motivi di attrazione come le belle pozze di abbeverata dove nelle belle giornate riflettono i monti circostanti; la natura offre poi bellissimi fiori alpini, come stelle alpine e rododendri. I bivacchi situati su questi monti consentono agli escursionisti momenti di svago e vero rifugio in caso di cattivo tempo.
La chiesa parrocchiale di Gorno è antichissima e, come risulta da vari documenti, fu sempre dedicata a S. Martino Vescovo. Di essa se ne hanno notizie fin dal lontano 1344, quando parroco era don Alessio Guerinoni, nativo del paese. L’attuale parrocchiale fu consacrata dal Vescovo di Bergamo il 23 ottobre 1932. Oltre alla chiesa parrocchiale Gorno ha altre chiese dedicate al S.S. Crocifisso, San Giovanni, S. Antonio, Madonna delle Grazie, S. Rocco, S .Mauro e S.S. Trinità, oltre alla chiesetta dell’oratorio.
Il paese di Gorno è costituito da contrade, una volta collegate tra loro da vecchie mulattiere ed oggi invece da strade carrozzabili.
La frazione Villassio, posta a 710 metri s.l.m. è il capoluogo; le altre contrade sono: Erdeno, Riso, Cavagnoli, Calchera, Peroli Alti e Bassi, San Giovanni, Sant’Antonio, Campello. Oltre alle contrade, diverse altre località lo compongono, senza contare le molte case sparse poste sulle pendici del monte Grem.