San Giovanni Bianco si trova a 400 metri sul livello del mare, inserito in una conca affacciata sui crinali di Paglio e il gruppo del Cancervo (1800 metri di quota).
San Giovanni Bianco è uno dei più importanti centri della Val Brembana e i primi insediamenti umani sono di certo di origine romana. E furono sempre i romani a inserire il paese e i borghi limitrofi nel pagus brembanus a partire dal II secolo a.C. e a iniziare lo sfruttamento minerario della zona. I coloni provvidero anche a collegare il pagus brembanus con il pagus Saturnius nella Val Seriana, anch’essa sfruttata come centro estrattivo del ferro. Anche il nome del paese sottolinea la ricchezza del sottosuolo: San Giovanni è il patrono del paese, ma bianco è riferito al colore delle formazioni calcaree che si trovano nel suo territorio.
Nel medioevo l’attività estrattiva continuò, incrementata dall’aumento demografico che si registrò durante le guerre tra guelfi e ghibellini. Molte persone non coinvolte nella lotta si ritirarono a San Giovanni Bianco dove trovarono pace e prosperità. L’epoca medievale fu la più florida per il paese, come testimoniano le architetture dl centro storico e i ponti a cavallo del Brembo e dell’Enna. Le famiglie ricche della valle ben presto si spostarono anche a Bergamo e a Venezia dove divennero membri in vista del patriziato locale. L’artigianato fiorì e pochi lo sanno, ma San Giovanni Bianco è il paese natale della più famosa maschera d’Italia, Arlecchino, il servo di due padroni. Pittori celebri nacquero qui: il Cariani nel ‘500 e il Ceresa nel ‘600.
Altra particolarità è la Spina Christi conservata a San Giovanni Bianco, la cui storia rocambolesca e travagliata, ora reliquia riverita, ora parte del bottino del Re di Francia, ha incoraggiato il fiorire di una tradizione locale assai interessante e caratteristica.